Cottanello

Cottanello è il piccolo borgo sabino dalle cui cave cui si estraeva l’omonimo, celebre marmo rosso che adorna le più importanti chiese di Roma. Insieme all’eremo di San Cataldo, ricavato nella roccia, ai pascoli dei suoi altopiani e agli ulivi delle sue colline è una meta ideale per chi cerca quiete e bellezza

Popolazione

564

Superficie

36,4 km²

Altitudine

551 m

Dove si trova?

Cottanello – con i suoi 559 abitanti – è un paesino abbracciato da cinte murarie medievali stretto su una collina di 550mt che domina la valle dell’Imelle fino a scorgere in lontananza il Soratte. Da Rieti dista 23 chilometri: superato il valico di Cottanello, si scende verso il paese tra fitti boschi per poi giungere ad un affaccio spettacolare sulla valle, con da un lato l’Eremo di San Cataldo incastonato nella roccia e quasi dirimpetto il profilo solitario di Cottanello che emerge tra il rosa del cielo e la campagna circostante. Uno sguardo particolarmente successivo specie all’ora del tramonto, col sole che scende dietro al Monte Cosce.

Quando nasce?

Il nome Cottanello deriva da un importante ramo della gens Aurelia, gli Aurelii Cottae, che sembrano discendere dal re Numa Pompilio e che servì Roma con personaggi di spicco nella vita politica e militare dal III secolo a.C. al I d.C. Le prime notizie documentate del vocabolo di Cottanello risalgono al 1027, quando la longobarda Susanna, figlia di Landolfo e di Taxia e moglie di Attone conte sabino, ne fece dono al Monastero di Farfa per la remissione dei peccati. Da Cottanello passò anche Francesco d’Assisi, intorno al 1217: le fonti francescane collocano qui il miracolo di ammansire i branchi di lupi che infestavano la zona e di porre fine alle grandini che rovinavano i raccolti.  Nel 1283 gli abitanti di Cottanello affidarono al condottiero Orso, della signoria degli Orsini, il dominio perpetuo del castello, il dominio della famiglia durò nei secoli anche se con vicende alterne. Nell’età barocca divenne molto rinomato il marmo di Cottanello, detto anche pietra persichina, estratto nelle cave del monte Lacerone che sovrasta il paese. Era noto sin dal I sec. a.C. sebbene il suo impiego fosse limitato a opere di pavimentazione per le sue spiccate proprietà di compattezza e resistenza. L’impiego del marmo di Cottanello a Roma è documentato per la prima volta nel 1648 nella Fabbrica di San Pietro, il cantiere romano per eccellenza, a cui avevano lavorato artisti come Bramante, Michelangelo e Bernini. Il paese rimase sempre fedele al Papato tanto che quando arrivarono le truppe Napoleoniche si rivoltò contro gli invasori. In questo periodo cessò anche il dominio degli Orsini ed il paese passò direttamente alla Camera Apostolica. Il paese distrutto dalle guerre fu ricostruito lentamente e la popolazione visse in uno stato di totale abbandono, all’ombra delle poche famiglie facoltose, proprietarie di terreni e di bestiame ma lentamente si riprese. Nel 1822 arrivò il primo medico. Nel 1860 Cottanello vota all’unanimità per l’accettazione del Regno d’Italia.

Cosa fare e vedere?

Il centro storico di Cottanello merita una visita, rigorosamente a piedi: il disegno dei suoi vicoli – ben conservati e mantenuti – rimanda all’aspetto del castrum con la doppia cinta muraria concentrica ed uno spazio interstiziale per la ronda. Nel paese si entra dalla porta a nord, che è denominata Porta del Regno perché affacciava verso il Regno di Napoli. Appena varcata la soglia del paese si incontra sulla sinistra la Chiesa di S.Luigi, sulla destra, invece, si trova il palazzo dell’Istituto Rinaldi, lascito di Lucia Rinaldi, che  donò la sua casa al comune di Cottanello con il patto che sarebbe stata utilizzata per l’istruzione delle fanciulle del paese. Oggi viene utilizzato per mostre e convegni. In cima alla ripida salita alla destra dell’Istituto si incontra un’arcata con due caratteristici finestroni. Superando i finestroni ci si trova sulla via del Corridoio. Dopo la curva, salendo a sinistra siamo di fronte alla Casa Baronale, l’antico palazzo degli Orsini. La porta a sud è la Porta Romana, chiusa da una torre ben conservata, ha questo nome perché indirizzata verso Roma: era probabilmente l’antico ingresso principale. Imperdibile una visita al caratteristico Eremo di San Cataldo situato alle porte del paese: qui si può ammirare un Cristo in trono affiancato da apostoli e oranti di scuola bizantiniana-cassinense, risalente alla fine del XII secolo, scoperto in maniera del tutto fortuita nel 1949. 

Dove mangiare?

Ristoranti e pizzerie

Il Castagneto
La Foresteria Ristorante Pizzeria
Al Posto giusto

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